Del tuo timido gatto... di Franco Fortini
Del tuo timido gatto
che scendeva la scala
dell'orto la mattina
con la sua ombra fina
lungo la terracotta
cosa è rimasto? Nulla
fuor che l'impronta impressa
dalle sue zampe nella
gettata di cemento
dove annusava incerto
fra le tue grida: "Via,
via di lì, stupidino!"
Era luglio, era aperto
il cielo. Pensai: "Certo
rimarrà sempre un segno".
Ora il cemento è pietra
alle piogge d'ottobre.
Ostinate lo coprono
le foglie senza forma.
Toglile e potrai leggere
l'orma di quegli unglioli.
Cortesemente segnalata da Alessandra