"Aspettano pazienti abituati come sono alla contemplazione dell'eternità".

"Anche se dovessi attraversare la valle della morte e affrontare tutte le vicissitudini che vi s'incontrano, non smetterò mai di difendere coloro che ho sempre amato".

"Li amavo prima di conoscerli e ora che li conosco ancor di più".



LA MIA COLONIA FELINA di Leopold Persidi
secondo premio di poesia: ANNA MARIA SALERNO. (ROMA 2001)
                                                                               
Come l'Aurora, piange al mattino 
Il suo figlio morto ucciso d'Achille 
Così anch'io, piango ogni giorno 
I miei piccoli amici che non ci sono più.
Mi sento più simile a  loro e dissimile ai miei simili
E se qualcuno di essi soffre e muore, mi addolora
Soffre  tutto il mio essere e muore una parte di me.
Amano incamminarsi  dalla colonia- avanti, indietro
A me da presso, nella valle del fiume Aniene
Giocano, si rincorrono, mi fermo, si fermano 
Mi muovo, si muovono  qualcuno dei più piccoli piange
Si sente smarrito, lo chiamo, l'aspetto 
E  poi  tutti insieme sostiamo su dei massi di tufo.
Seduto, mi salgono sulle spalle, sulle ginocchia,
sulla testa, in un abbraccio continuo, si alternano gelosi
per ricevere un sussurro, una carezza è una gioia 
e il tiepido sole del mattino e della sera, che ci riscalda,
vedendoci gioisce.

                                  Roma    10-12-2001    
      
              
MY FELINE COLONY   by Leopold Persidi

As dawn cries in the morning
For its dead son killed by Achilles
So do I everyday
For my little friends who are not here anymore.
I feel more like them and less like my fellow men.
And if some of them suffer and die I am pained;
all my being suffers and something dies within me.
They love making their way from the colony, back and forth
Close by me in the Aniene valley.
They play , run after each other;
if I stop they stop, if I move they move;
some of the youngest cry feeling lost;
I call them ,I wait for them
And all together we rest on some rock.
I sit down and they climb on my shoulders
On my knees and on my head
In endless caresses.
They take turns getting jealous, 
waiting to be pet.
It's a joy and the warming sun in the morning and the evening
Rejoices at seeing us all.
                                Roma    10-12-2001



RACCOLGO


Voi siete consolazione
e ristoro della mia anima.
Voi siete coloro che ho sempre amato.
E’ l’amore, è la pietà, che mi spingono
senza indugio, a raccogliere per le strade
il dolore, le sofferenze di questi miei figli.
M’invade un tormento che mi distrugge,
e un’angoscia che mi annienta.
E’ strage: Dilaniati da cani randagi,
avvelenati con topicida,bastonati,
investiti, seviziati da balordi,
soggetti  a supplizi e torture
da insane menti,delle messe nere.
Buttati giù,per sadismo dai piani alti delle case,
dopo avergli reciso i tendini degli arti;
scaraventati fuori delle macchine in corsa.
Azzoppati,accecati,fatti morire di fame,
di freddo,per incuria da malattie
doloranti e piagose, lasciati
con indifferenza senza pietà.
Smarrita umanità,società perversa
cosa ti aspetti!
Ho rabbia, disprezzo mentre piango
e non trovo consolazione.
Sto scrutando le anime malate
che rigurgitano soltanto orrore,
meschine miserie di esseri,che
non dovevano essere creati,
personificazione del male e degli obbrobri.
Anche se non ci sarò più,sarò presente
il giorno della vostra morte,
per scagliarvi tutto il mio disprezzo!
Tragedia infinita della vita.

Leopold Persidi  Roma.17-06-2004


PIETA’

Se non ti perdi nella carità
e soavemente nell’amore,
se non hai pietà per le povere creature
chi avrà pietà di te,chi ti soccorrerà,
chi avrà un po’ di amore per te nella sventura?
Miseri figli,nulla gli è stato dato,
se non una vita miseranda piena d’inganni.
Destinati a morire soli senza conforto
in un desolante abbandono.
Strappati dal calore e dall’affetto delle mamme,
deportati,abbandonati senza pietà,
“da furtivi” di notte come ladri,a morire da me.
Incoscienti non sapevano,ignari, che nulla potevo,
poiché la morte aveva decretato la loro fine.
E’ soltanto un rinnovarsi degli affanni
e l’acuirsi del nuovo,  non unico,dolore…
a poco a poco io mi spengo e sento di morir con loro.
Poveri piccoli vengono aditati
da brutali malattie  falciati,come fossero
lembi  della mia carne e  portati via.
La mia anima è forte,ma il mio corpo
è lacero e stanco,messo alla prova
da colpi aspri,continui, repentini.
Il disagio è duro senza condizioni,
arranco e mi dibatto in mezzo a tanto dolore,
con struggente pietà mi abbandono allo sconforto
piango e grido,dio,dio,che non esisti,
tu che lasci senza sollievo e non porti misericordia
a questi miseri figli,affidi tutto lo strazio alla mia anima.
Tu venerato e adorato da “sciocchi”
tra i misteri insoluti,
mi lasci in un desolante avvilimento,io non ti credo!
Ho amore e pietà,per questi miei figli…
quando vanno a dissetarsi,sostano senza bere
per illudersi di placare l’arsura del male,
che corrode le loro viscere…
poi si adagiano e si lasciano morire.

           Leopold  Persidi  Roma.20-08-2004

Roma-8-8-2003


Chi avrà cura.

Quando terminerò
il viaggio in questo mondo,
chi avrà cura di loro,dei miei piccoli?
E d'ora che sono ancora in viaggio,
chi si sta  prendendo cura
di quelli che non conosco?
E' questa la mia grande pena
non poterli conoscere ed aiutarli.
Ma il mio amore li accoglie tutti
in un solo abbraccio
e li accompagna sino alla fine.
Dove loro andranno io sarò
e prenderò a mio carico,
tutto il loro dolore, tutte le loro sofferenze.
Si dolce sentimento senza pari
ricambiato dall'affetto incondizionato.
Si grande è la gioia
che riempie il mio cuore
e l'anima rimane incantata
da queste misteriose creature.
Chi siete spiriti gentili
che vi prendete cura di loro?
Oh sventura per quei poveri
che nessuno potrà mai portar conforto.
Oh fato che ti accanisci contro i miseri
che vivono di stenti, malati e senza affetto
portali via, non farli più soffrire.
Tale è la gioia vivere con loro
che sembra di essere in Paradiso.

Roma-8-8-2003


Dimenticati


Siate generosi buttate gigli a piene mani
Sulle tombe dei bambini.
"delicato verso di Virgilio"
E' giusto e doveroso!
Ma chi si ricorderà,
dei miei piccoli amici dimenticati?
Tra rovi, pietre di tufo ed erbacce.
E' solo mio il compito di piangerli
E a piene mani donare l'affetto,
che come un soffio puro e sincero
esce dal mio cuore.
Sono anche loro bambini.
Crescerà nelle loro misere tombe:
una bella di notte,un cardo
una malva, una margherita.
Sono i fiori della pietà, ciclici e spontanei,
ed è fiore per loro il mio cuore
che mai li dimentica.
Piange la mia anima
E per sino le cose che ci circondano,
si mostrano pietose.
Gli uccelli a capo chino non cantano più.
Regna la commozione, non c'è posto per il sorriso.

Roma.29-05-2002


Un gattino abbandonato


Come posso dir di no ad un gattino abbandonato?
L'accolgo,lo riscaldo,lo nutro.
Mi commuove il pianto accorato,
è sempre l'amore che prevale e mi lega,
dolce è la magia di questa creatura smarrita
profonda è la pietà che mi pervade,
resto commosso e felice
e come d'incanto mi perdo.
Piccola creatura
Come visione appari agli occhi miei.
Non hai più le tenere cure della tua mamma.
Posso abbracciarti,asciugare il tuo pianto,
posso nutrirti e consolarti,
poi col tempo diventeremo amici
in una perfetta affinità.
Ora riposa,dormi,sogna beato
Sono vicino a te,non sei più solo.


Roma-12-6-2003.


Volutamente


Disfarsene, scaricarli è facile
Basta abbandonarli.
E' una tragedia che aggrava le mie sofferenze
Ma rafforza il mio amore per loro.
Nessuna cosa mi distoglie
Anche se sono immerso in un mare di difficoltà.
Ogni giorno come il primo e il seguente
Lasciano questi piccoli esseri ,
volutamente scacciati.
Allora è la pietà che vince e dolcemente li accolgo.
Eccoli! Sono in uno stato pietoso 
Pieni di acciacchi e malanni.
Piangono, hanno bisogno di cure e di affetto;
mentre la società è cosi lontana dalla pietà,
il mio amore vince e li accoglie tutti in uno abbraccio.
Il mio cuore è colmo di gioia,
cosa mi serve tutto l'oro del mondo?
Sono in mezzo a loro,
sono commosso sino alle lacrime.
Fortunato me, che ho incontrato queste dolci creature,
non sapete ignari cosa perdete!
E' male per l'anima separarsi dal mondo,
e di non aver realizzato, un innocente desiderio.

Roma.06-11-2003


Poveri  Poveri  Figli


Vengono immolati nei cimiteri
negli altari,nelle  messe nere,
seviziati,uccisi,come altri animali,
nei laboratori di vivisezione.
Vengono abbandonati,rifiutati,espulsi;
lasciati a morir di stenti in balia dei soprusi,
dell’indifferenza,della cattiveria,del sadismo.
In ogni luogo:dentro le case,
sulle strade, nelle campagne.
Con ogni mezzo,viene perpetrato
l’olocausto in massa,della specie.
Tragico oltraggio!Povere creature.
Vergogna per noi,che quasi nulla facciamo,
per alleviare le loro pene e salvarle
dalle morti certe e cruente.
Per dileggio del fato,della cattiva sorte,
sono in balia di gente infida,
astuta e senza scrupoli.
Emerge nel sommo delle cose negative,
l’acuirsi della cattiveria umana
e il degrado della società.

Roma.27-06-2004                        


Dolcissima


Dolcissima piccola creatura
venisti da me sperduta
e con gioia t’accolsi.
Piccola tra le piccole,
misera tra le misere,
appena cresciuta tra le non cresciute.
Occhi velati,adombrati, appena aperti,
non svezzata,
bisognosa ancora della mamma.
Non ci sono che io,
vieni vicino al mio cuore;
quando avrai fame ti sfamerò,
quando piangerai ti consolerò.
Ti sento quando abbracciata
sei presso di me.
C’è più dio nel battito del tuo cuoricino,
che in tutti i sermoni e le preghiere,
che si recitano in chiesa.
C’è infinita profondità e dolcezza
negli occhi di questa piccola,
resa fragile e vulnerabile
da un mondo a lei ostile,
che nella profondità dei cieli.

Roma.17-07-2004


Dolcissima Non C’è Più.

Per oscuro fato,per una sorte inclemente,
la morte la ghermita e la portata via.
Non sono bastate le cure,l’amore,
che delicatamente gli donavo
è stato tutto vano…
nel volger di un giorno se ne andata,
lasciandomi solo a piangere…
unica madre,unico padre,degli affetti.
Rimane l’ineluttabile che mi affligge,
forse non sono state vane le mie carezze
da lei gradite,sentite e vissute…
non sono stati vani gli abbracci,
i dolci sussurri bisbigliati lievemente,
perché piccola creatura aveva bisogno di preghiere.
Il mio cuore rimane lacerato…
se ne andato il mio piccolo angelo…
dallo sguardo misero,dolce,dagli occhi cerulei
increduli per le delicate attenzioni.
La vita,visto le cattiverie ha avuto pietà,
gli ha detto no! E l’ha mandata via…
s’è spenta silenziosamente,misera tra le misere
in mezzo alle sue compagne
con le zampette che le coprivano il musetto.
Forse ha voluto  morire, per non subire,
per non vedere le brutture di questo mondo.
 

COME STRACCI


Quante notti insonni per vegliare su di loro,
appena affacciati alla vita subito
sono stati strappati dal petto, dalle
amorevoli attenzioni, della mamma
e buttati come stracci in mezzo alla strada.
Hanno ancora gli occhi chiusi,non sentono,
con pietà e amore dono loro le prime cure.
Faccio quello che può fare un surrogato
di mamma,li alimento con il biberon…
sono come bambini,piangono continuamente
non soltanto per fame,ma spesso perché
bagnati di pipì.
Ansietà premurosa per strapparli alla morte,
è tutto vano;lei viene,uno alla volta se li porta via…
forse pietosa verso questi miseri figli,
rispettosa per i miei sentimenti d’amore.
Lacerato dal pianto,come padre,
che sta perdendo i suoi piccoli figli,
come benevolo re,senza sudditi,
che ha perduti, per sempre,i figli del suo popolo.
Tutte le piccole vite si sono spente,
non ho potuto difendere
una candela accesa nella tempesta.

                   Roma. 04-08-2004

SON VENUTO


Non so s’è stato scritto nel cielo,
o sono stato prescelto dal fato…
son venuto a lenire le sofferenze
di queste emarginate creature.
Vado elemosinando la pietà
per salvare questi infelici.
Soggiogato da elevati sentimenti
non vengo mai meno al mio operato di carità.
Sto esplorando le anime nei loro intimi segreti
e scopro una desolante miseria nei più.
L’umanità è avvolta in un sudario,
che ha impresso orrori e sangue.
E’ il dolore che mi unisce agl’infelici
e mi porta lontano dagl’indegni,
procacciatori diabolici del male.
Cerco d’inondare di luce accecante
quelle cose che sono rimaste sempre in ombra
le coscienze ,invano sono già morte!
Non ricevo che offese e negazioni.
Provo sdegno, repulsione,poiché
maleficamente celate, nascoste,
preferiscono l’oblio e morire nel buio.
Se ci dovesse essere un paradiso, gl’infelici
li troveremo di là che ci aspettano…
altrimenti c’è stato soltanto l’inferno…
tanto valeva non nascere.

                     Roma.02-07-2004

ACCOGLILI

Accoglili, non respingerli,non buttarli via,
non fagli sentire un secondo abbandono;
povere creature sballottate,
affidate,adottate,di nuovo respinte
e poi lasciate per sempre.
E’ l’incoscienza,l’inciviltà dei più, privi d’amore,
che mettono queste sfortunate esistenze
in mano alla cattiva sorte,che va loro incontro
beffarda e senza pietà…
Alleata com’è di molti infelici umani
è lo scherno del male.
Allora è bene esistere per essere accanto
a questi compagni di vita misteriosi,
che silenziosi aspettano la loro fine
e toglierli,con tutto l’amore
dalle grinfie delle sofferenze.
Amateli date loro affetto incondizionato
fate in modo che riconquistano la fiducia
e sussurrategli che non tutto è perduto.
Stringeteli sul vostro cuore,così sentirete
la vostra anima più lieve che sospira,
e si libera dal peso degli affanni.
In un afflato di puri sentimenti
si compendiano gli affetti
in una fusione di sogno gioioso.
Dormire non svegliarsi
in questo mondo perduto
è più dolce morire in un  abbraccio eterno.



CONOSCERLI

Voi siete l’alba,il tramonto,la luce
la verità,la speranza, la vita.
Voi siete tutto quel ch’io non sono.
Voi siete me,ed io cerco di essere voi.
Li ho amati prima di conoscerli
e ora che li conosco ancor di più.
Affine e simile a loro,prima ch’io nascessi,
ci aspettavamo,ci siamo incontrati
per non perderci ed affrontare,
le spregevoli vicende della vita.
Per le strade, per la campagna,
per gli anfratti
vado in cerca dei miei piccoli smarriti
ed incontro altre creature perdute.
Evidente nei loro corpi la paura,
i disagi,le piaghe,
le lacerazioni intime dell’abbandono
delle piccole anime che vagano
senza speranza.
Il cuor mio si stringe, si strazia
la mia anima rimane sconvolta,angosciata
atterrita da tanto orrore.
Inconsolato, resto con loro e piango
e dove più  acuto è il dolore,
il mio cuore si scioglie.

                 Roma.  21-02-2004.

GIOIA E CONFORTO

Io sono il vostro conforto
venite, abbracciate la mia gioia,
che cura e lenisce le vostre sofferenze.
Attorniatemi vi sfamerò,vi curerò
il mio cuore è sicuro rifugio per voi
miei piccoli amici.
Non vi sentirete più abbandonati,
la mia presenza è garanzia di coccole,
di sicurezza.
Non disperate vi sarò sempre vicino.
Portate con voi i vostri amici che non conosco
ditegli che c’è chi gli vuole bene.
Vi cerco,vi accolgo, vi aspetto!!!
Quando incontrate queste creature
guardate i loro occhi sofferenti,
che implorano:”Dio Dio mio
quando mi viene a prendere”…
E loro pazienti aspettano
abituati come sono nei secoli
nella lunga contemplazione dell’eternità.

                Roma. 21-02-2004.


IL PIANTO

Avete mai sentito il pianto di queste povere creature,
assistito e visto gli spasimi?
Allora non potete rendervi conto
quale sia l'angoscia che vi attanaglia
e la tragedia che si vive.
Alcuni entrano in un palmo della mano
e vi lasciano l'impronta,
come cosa duratura e perenne.
Mi uccide il sonno,la triste compagna di tutti,
è sempre presente per portarseli via...
è un mondo di tragedia velato di sommesso pianto,
che puntualmente si rinnova e non ha fine.

                Roma.12-07-2002



MARTINO

Povero sfortunato figlio
la sorte non ti è stata benigna,
creatura della sofferenza...
dai spazi infiniti sei venuto
eri appena affacciato alla vita
e rapito dalla morte sei tornato.
L'inganno del fato ti ha strappato
alle coccole,agli affetti pieni d'amore
di chi ti avrebbe voluto bene...
Ti piango e soffro come mamma
poiché t'ho visto immerso nel dolore.

                  Roma. 05-11-2004

PICCOLO

Quando ti portano un piccolo
Abbandonato, disperso,
non discutere! Accettalo subito!
Toglilo dalle mani incompetenti,
più delle volte mendaci e crudeli.
Prendilo tra le tue
Mettilo vicino al tuo cuore,
fagli sentire con le tue carezze
sicurezza, tranquillità.
Trasmetti il tuo affetto,
tutto il tuo amore,
donagli ristoro e conforto,
fai in modo che si abbandoni al sonno
con un sospiro di sollievo.
Hai lenito le sue paure,le sue sofferenze,
ma in te rimane trasfusa la gioia
e una forte emozione che ti fa piangere.
E’ la pietà per queste povere creature
che ti fa grande.
Riconsolati,lascia agli altri la meschinità.

                   Roma. 15-12-2003

N O N  E’ T E M P O ….

Non è ancora tempo di morire
ho tanti piccoli amici da raccogliere.
Ci vorrà,poiché nulla si disperda,
la morte aspetti e il tempo si dilati.
Non posso lasciarli soli
hanno bisogno di me ed io di loro.
Gioisco e piango ,a secondo gli eventi.
Temo e frèmo quando sono a me vicino.
Non amo perderli,
anche se la sorte accanita si scatena su di loro.
Desidero ancor vivere
pur affrontando tutti i travagli della vita.
Sono la mia vita la mia esistenza.

                         Roma. 27-12-2002

AFFLIZIONE

Li ho visti,come immagini della sofferenza,
sporchi e laceri,pieni di dolore.
Li ho raccolti con amore,con dignità
pieno di commozione e di pietà
che si addice ai miseri sventurati.
Ho pulito e curato le loro piaghe
e pian piano convincerli
dell’onestà dei miei sentimenti.
Abbandonati nei cassonetti, nelle discariche
li ho abbracciati,li ho consolati,
hanno preso e fatta loro la mia fiducia
liberandoli dagli estremi disagi
e dall’eterna paura.
Ho sentito il mio cuore palpitare
e l’anima mia morire di gioia.
Ho ritrovato i miei piccoli affini,
per perderci ancora nella serenità.
Cedo la mia vita
per un attimo vissuto con loro,
perché sublimi, perché eterni,
perché ho colto l’attimo che non fugge.
Per amor loro,sento incrostarsi su di me
e pesano,le calunnie,le offese,gli insulti
e mentre risano le piaghe dei miei piccoli figli,
si aprono copiose le mie e non rimarginano,
perché continue,perché ricoperte di sale.
Povere creature chi avrà cura dopo di me?
Chi li accoglierà nei lunghi giorni dell’afflizione.
Mi avvio verso il tramonto
in una desolante solitudine ricca di amarezze.

                               Roma.09-04-2005






SEDETE  OSSERVATE

Sedete e osservate questa umanità,                                
cercate di rilevare immagini in bianco e nero
di questa società, di vecchi rugosi, barboni,
drogati, ubriaconi, malati, miserabili, sventurati
e non dimenticare,di evidenziare a colori
i bambini e le povere creature del creato
immersi nella sofferenza.
Non c'è paradiso per gli infelici,
visto le brutture di questo mondo
e impossibilitato a porci rimedio,
iddio si è suicidato!
C'è tanto da fare oltre ogni dire!!!

05-03-2005

Bisogna dar tempo alla mia anima
di raggiungermi,è una notte senza stelle
troppo corta per la mia stanchezza.
Chi rimarrà al mio fianco
dopo la mia sconfitta, sono stanco
infinitamente stanco;
sono solo ma non mi sento tale e sono felice.
Chiunque abbia amato e sofferto sa
quando ci addolora rinunciare, agli affetti.
Dopo una notte gelida tutto rimane sospeso,
il cuore,l'anima, i pensieri.
Ho combattuto in diversi campi,
in diversi tempi, ho perso, ho vinto
in diversa guisa, ero sempre io
che mi elevavo sopra le stelle.
Non togliete alla terra quello che non puoi ridargli;
non togliete a me quello che non potreste ridarmi!
Ci saranno meno colpevoli candidati per il cielo.

29-10-2004

Commozioni

Molti di loro li prendo tra le mie braccia
li metto vicino al mio cuore per rassicurarli,
dolcemente si acchetano e prendono fiducia.
Come per incanto,si annullano tutte le sofferenze,
di avvenimenti drammatici,scontri  fisici e verbali,
lotte che non hanno mai fine;si fanno strada
commozioni intense vissute,che non hanno l?eguale.
Le lacerazioni dell'anima si saldano,deliziosamente
escono dall?inquieto e godono della gioia affine,
con queste perseguitate creature.
La felicità mi appartiene,
perché credo alla bellezza dei miei sogni;
Custode degli abbandoni,degli infelici,dei sventurati
Il mio cuore è grande,pieno d'amore,di pietà
in seno alla mia anima senza tempo,
che gioiosamente si eleva e respira.

                   Leopold Persidi Roma.02-05-2004

CONFORTO

Conoscitore del dolore e degli affanni,
chi più di me è portato ad aiutare i relitti,
gli offesi,gl'infelici?!
Non temete,poveri figli quando vi troverò,
addolorati,indifesi senza conforto;
sarò sempre al vostro fianco,
per aiutarvi e consolarvi.
La mia casa non è una spelonca,
poiché sono,sempre, in compagnia
di voi miei piccoli amici.Resto con voi.
Son venuto per lenire le vostre sofferenze
dell'animo e del corpo,ora e subito,
al presente che sono ancora vivo;
il dì del poi non potrò più aiutarvi.
Forse non del tutto morrò,
rimarrà, in voi,una parte di me,
dolce ricordo di consolazione.
Che illusione, vana speranza,lontana dalla realtà,
sogno irreale che mi affligge e mi disarma,
come aiutarli ancora  e consolarli.
Mio desiderio è portarli con me
oltre confine,orfani soli, sventurati,
senza dimora anche dopo la morte.

Leopold  Persidi  Roma.04-08-2002


per gentile concessione dell'autore Leopold Persidi
il suo sito