Poesie dal cuore



L'Esercito di Caio Manlio e Catilina
Nella Battaglia di Fiesole 62. a.C.
Sconfitta e Morte di Catilina

Perseguitati, sventurati,
in povertà estrema,
la sorte avversa.
Soggetti alle ingiustizie,
alle calunnie.
Costretti a mendicità,
tra tormenti fisici e morali.
Queste erano le condizioni,
dell'esercito di Caio Manlio e Catilina.
Uomini votati alla morte
senza alcuna speranza,
poiché vaga era l'indulgenza;
anche se inermi ed umili,
si fossero presentati senz'armi.
Lecito, forse, ed inevitabile lo scontro
Tra parenti, amici e conoscenti.
Si risponde alla violenza
con violenza.
E' guerra civile: La Roma di Cicerone
Contro i reietti di Catilina.
Catilina si gettò nella mischia
e fu tra i primi a cadere.
Nella battaglia,
un frastuono di metalli e di rumori
grida di dolore e pianti;
e poi letizia, pietà, mestizia,
contentezza, disprezzo e gran gioia;
cosi gli animi si mostrano agli eventi,
pietosi e cruenti i una tragedia infinita.
I morti tacciono,
soggiacciono e non ascoltano
per loro la battaglia della vita,
è finita per sempre. Inevitabili.
Eterni conflitti, spietate battaglie.
Frastuoni assordanti, temibili silenzi.
Tutti insieme o alterni gli eventi,
sono soggetti al fato.
Così vanno le cose
Immutabili, immodificabili avvengono.


Popoli alla Conquista


Là dove nascono tutte le tempeste
e portano fine alla vita.

Là dove nascono tutte le miserie
e i dolori della vita.
Là dove il fermento abita
in perenne conflitto con la pace
per poi espandersi come un'onda d'urto
fermarsi e consumarsi disfatto,
da un'altra onda contraria.

Mistero di quei popoli votati alla conquista,
irrompono, si schiantano e poi svaniscono.

La storia non è a loro maestra,
la brama, l'impulso della conquista,
si ripete all'infinito.

Si dilaga, l'espansione stessa è la loro fine.

Partono con sprone
suonando le trombe del giudizio,
per poi "ratte" suonare, quelle di latta.

È la sconfitta!

Così a quel popolo si cancella per sempre
la sua velleità.


Leopold Persidi - Roma. 30- 12-2002



COLEI CHE FU (*) Spargere i petali di rose sopra le cose care di colei che se n'è andata. Gesto delicato, dolce, in memoria di colei che fu. Aleggia l'aria di profumo e c'inebria di ricordi. Oh dignitosa creatura che ormai taci in sereno sonno della beatitudine. La stagione di un freddo e piovoso inferno ti ha portata via. Vane erano state le speranze e tu sapevi, in silenzio ti sei spenta, lasciando il vuoto e il pianto a quelli che ti conoscevano con un mesto sorriso dell'addio si raro fiore. Candita anima che ti elevi in cielo e dall'alto scruti l'orizzonte. Leopold Persidi Roma. 24-12-2002 (*)Fanciulla morta di TBC nel 1800


SEDETE  OSSERVATE

Sedete e osservate questa umanità,                                
cercate di rilevare immagini in bianco e nero
di questa società, di vecchi rugosi, barboni,
drogati, ubriaconi, malati, miserabili, sventurati
e non dimenticare,di evidenziare a colori
i bambini e le povere creature del creato
immersi nella sofferenza.
Non c'è paradiso per gli infelici,
visto le brutture di questo mondo
e impossibilitato a porci rimedio,
iddio si è suicidato!
C'è tanto da fare oltre ogni dire!!!

05-03-2005

Bisogna dar tempo alla mia anima
di raggiungermi,è una notte senza stelle
troppo corta per la mia stanchezza.
Chi rimarrà al mio fianco
dopo la mia sconfitta, sono stanco
infinitamente stanco;
sono solo ma non mi sento tale e sono felice.
Chiunque abbia amato e sofferto sa
quando ci addolora rinunciare, agli affetti.
Dopo una notte gelida tutto rimane sospeso,
il cuore,l'anima, i pensieri.
Ho combattuto in diversi campi,
in diversi tempi, ho perso, ho vinto
in diversa guisa, ero sempre io
che mi elevavo sopra le stelle.
Non togliete alla terra quello che non puoi ridargli;
non togliete a me quello che non potreste ridarmi!
Ci saranno meno colpevoli candidati per il cielo.

29-10-2004