Lettera Aperta ad una nostra amica Gentilissima, Non butti nella pattumiera la mia verità, ma le cose stanno proprio così e non c’è modo di risolverle. I motivi sono gratuiti, diabolici, irresponsabili spietatamente dovuti all’indifferenza, all’ignoranza. Commetti un errore dicendo che i " miei gatti", stanno meglio dei prigionieri di Guantamano... Non c'è bisogno di andare in quelle prigioni, qui di “marines” c'è ne sono molti di più, capaci di torture ben più gravi verso queste povere creature, che vengono seviziate con ferocia e con sadismo inaudito: bruciati vivi, gli vengono recise le zampette, gli fanno le iniezioni di alcol puro, gli danno da bere olio di macchina bruciato, gli aprono la pancia, gli infilano zeppi all'ano, gli vengono tagliati i tendini e buttati dai piani alti delle case, avvelenati, bastonati, dilaniati dai cani randagi, padronali e altre cose mostruose… altro ancora investiti e lasciati morire senza che alcuno gli porti soccorso, o schiacciati e lasciati in mezzo la strada poiché pochi hanno pietà di raccoglierli. Quel che io dico è verità vissuta tutti i giorni, senza tregua sono costretto a difendere questi infelici, dalla cattiveria di uomini malvagi... sono piccole creature abbandonate ch'io cerco di salvare, in questo non c'è nulla da rimproverarmi. L'amore che ho per queste creature è un amore universale che si estende a tutti gli esseri che soffrono, non può limitarmelo soltanto ai gatti. Credi forse che questa feccia umana possa farmi desistere nel difendere gli indifesi? Quando mai! La desistenza è cosa che non conosco. Quando sono nel giusto sono perseverante e deciso. “Cercate di star bene voi che state bene, ma non scordatevi dei diversi”. La verità dell’anima è qualcosa di tangibile che tocchi con mano, o la ritieni qualcosa che sfugge alla mente? Questa è la mia verità che mi rende libero dalle critiche e non schiavo di chi non sa. Saluti dal poeta gattaro e la sua colonia felina. Roma. 01-11-2004